Nata alla Mecca (Arabia Saudita, 1970), oggi vive tra Jedda e Parigi. Romanziera, giornalista, autrice di teatro e racconti per bambini, è una delle voci letterarie arabe più influenti della sua generazione. Tra i numerosi riconoscimenti vinti, ricordiamo il Premio dell’Unesco per i risultati artistici conseguiti e il prestigioso Booker arabo, l’International Prize for Arabic Fiction, con Il collare della colomba. Della sua scrittura dice: “La scrittura è un mezzo per sopravvivere e per liberare l’energia latente, o l’anima. Uso il dramma come se fossimo in antichi teatri, su questi palchi si muovono eroi leggendari, quasi mistici. Attraverso la prosa libera, e il potere di trasformazione implicito nel linguaggio, il romanzo è concepito quale strumento di espressione. La visione che sta dietro alle mie opere è il fiume menzionato nel Corano, in cui tutte le anime di uomini, piante e animali scorrono nell’aldilà.” Diventata famosa alla metà degli anni ’90 col romanzo La via della seta, il suo stile ermetico e complesso fa uso di un arabo classico e raffinato che conduce il lettore all’interno di un labirinto letterario; un effetto che scopriamo anche leggendo Fatma, testo scritto in inglese, che fa rivivere la magia occulta e il fascino degli antichi rituali della penisola araba.
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